Tutto quello che c’è da sapere sulle clausole di riservatezza

Le clausole di riservatezza (NDA) proteggono l’azienda dalla divulgazione di informazioni segrete. Ma rileggerle richiede molto tempo.

In questo articolo vi parliamo di queste clausole e vi suggeriamo una soluzione innovativa.

Che cos’è una clausola di riservatezza?

Per proteggere il segreto aziendale, le aziende possono inserire nei loro contratti di lavoro una clausola di riservatezza, con la quale i dipendenti si impegnano a non divulgare determinate informazioni sensibili.

Il diritto del lavoro stabilisce specificamente le condizioni per tali clausole. I giuristi devono quindi prestare molta attenzione nella loro stesura. E in particolare quando si tratta di correggere le bozze.

Lo scopo di una clausola di riservatezza è quello di proteggere il segreto professionale. Tuttavia, per essere valida, questa clausola deve soddisfare i requisiti del diritto del lavoro.

Definizione della clausola di riservatezza

La clausola di riservatezza (o NDA) vieta al dipendente di trasmettere informazioni riservate a terzi, come clienti, fornitori, subappaltatori, partner o persino parenti.

Spesso implicito, questo obbligo può essere inserito direttamente nel contratto di lavoro per garantire una maggiore certezza giuridica. Questo vale in particolare per i dipendenti che hanno accesso a dati sensibili. Ad esempio, informazioni strategiche o contabili, contratti in fase di stipula, segreti di fabbricazione, ecc.

Queste informazioni non devono mai essere divulgate a terzi. E certamente non ai concorrenti.

L’impegno di riservatezza consente all’azienda di tutelarsi contro la divulgazione di informazioni segrete durante la durata del contratto di lavoro. Ma anche, e soprattutto, alla fine del contratto. Per essere valido anche dopo la cessazione del contratto di lavoro, l’NDA deve indicarlo espressamente.

La validità della clausola di riservatezza

La clausola di riservatezza deve soddisfare diverse condizioni:

  • L’accordo di riservatezza deve essere redatto per iscritto ed essere inequivocabile. A seconda del settore di attività, devono essere rispettate anche le formalità previste dai contratti industriali o collettivi.
  • Specificare le informazioni riservate : in base al principio della libertà di espressione, i dipendenti hanno ovviamente il diritto di parlare della loro azienda. Tuttavia, non hanno il diritto di divulgare informazioni riservate. Spetta quindi all’ufficio legale specificare quali informazioni possono danneggiare l’azienda.
  • Giustificazione: le informazioni protette devono essere giustificate, in particolare per proteggere gli interessi dell’azienda o a causa dell’accesso del dipendente a determinati dati riservati.
  • Proporzionalità : la NOA deve essere proporzionata allo scopo prefissato. In caso contrario, i tribunali considereranno la clausola ingiusta.

Clausola di riservatezza e altre clausole del contratto di lavoro

Le clausole di riservatezza vengono talvolta confuse con altre clausole dei contratti di lavoro. Ecco le differenze.

Clausola di non concorrenza

L’obbligo di non concorrenza vieta al dipendente di lavorare per un’azienda concorrente al termine del contratto di lavoro. Per essere valida, questa clausola deve essere limitata nel tempo e nello spazio.

In questo caso, di solito viene fornita una contropartita finanziaria. Non è questo il caso di un accordo di non divulgazione.

Clausola di esclusività

Nello stesso spirito, una clausola di riservatezza deve essere distinta da una clausola di esclusività. Lo scopo di quest’ultima è quello diimpedire al dipendente di dedicarsi ad attività diverse dalla sua attuale professione. E questo per tutta la durata del contratto di lavoro.

Obbligo di fedeltà

I dipendenti non devono fare nulla che possa danneggiare il loro datore di lavoro. La divulgazione di informazioni riservate è dannosa per l’azienda. Soprattutto se tali informazioni vengono divulgate ai concorrenti.

In caso di violazione di tale obbligo, il datore di lavoro ha il diritto di licenziare il dipendente per cattiva condotta.

Dovere di discrezione

Tale obbligo è sancito dal Codice penale francese, il cui articolo 226-3 recita:“La divulgazione di informazioni segrete da parte di una persona che ne è in possesso in virtù del suo status o della sua professione, o in virtù di una posizione o di un incarico temporaneo, è punita con un anno di reclusione e una multa di 15.000 euro”.

In questo caso, l’obbligo di segretezza non è direttamente oggetto di una clausola del contratto di lavoro. Tuttavia, esso costituisce la base stessa dell’accordo di riservatezza.

Proprio per questo motivo, il dipendente che viola una clausola di riservatezza è passibile di una serie di sanzioni, sia contrattuali che penali.

Sanzioni per il mancato rispetto della clausola di riservatezza

In caso di violazione della clausola di riservatezza, il dipendente può essere licenziato per cattiva condotta. Se il dipendente viene riconosciuto colpevole di cattiva condotta, non avrà diritto all’indennità sostitutiva del preavviso o al licenziamento.

Inoltre, possono essere pagati dei danni se la divulgazione di informazioni considerate riservate causa un danno al datore di lavoro.

Infine, il Codice del lavoro prevede sanzioni in caso di divulgazione del know-how aziendale. Ai sensi dell’articolo L 1227-1, i dipendenti sono passibili di 2 anni di reclusione e di una multa di 30.000 euro.

Come si può risparmiare tempo rileggendo le clausole di riservatezza?

In considerazione di tutte le informazioni sensibili coinvolte, le clausole di riservatezza sono un problema importante per le aziende e l’ufficio legale deve rispettare con precisione le condizioni che regolano la validità della clausola durante la fase di redazione. E per evitare di commettere errori, non bisogna trascurare le NDA.

Questa attività che richiede tempo è troppo spesso relegata in secondo piano. E a ragione, gli uffici legali preferiscono dedicarsi alle attività di maggior valore.

Fortunatamente, è possibile garantire la qualità e il rigore di queste clausole di riservatezza utilizzando soluzioni digitali.

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